Descrizione
La morte in piazza. Opacità della giustizia, ambiguità del boia e trasparenza del patibolo in età moderna.
Il saggio tenta di delineare il senso e la funzione delle credenze e delle pratiche popolari connesse all’esecuzione capitale ed ai suoi abituali protagonisti, individuando un modello di interpretazione e di utilizzazione “dal basso” del simbolismo mitico-rituale della morte in piazza, profondamente diverso da quello organizzato e trasmesso dall’autorità politica e religiosa.
Analizza la figura del boia strettamente collegata, all’interno dell’immaginario popolare, a quella del sovrano e dotata di particolari facoltà taumaturgiche e di peculiari poteri magici.
Tratta delle pratiche popolari che utilizzano, a scopo terapeutico, protettivo, propiziatorio ed apotropaico, parti del corpo dei giustiziati e degli strumenti usati per eseguire le esecuzioni.
Individua il ricco ed articolato simbolismo popolare legato alle due fondamentali modalità di esecuzione in età moderna: l’impiccagione e la decapitazione.
Evidenzia i comportamenti rituali degli spettatori in rapporto alle fasi salienti dell’esecuzione capitale: l’attesa miracolistica e ierofanica, lo schiaffo ai fanciulli, le aggressioni al boia.
Individua, infine, le tipologie del culto popolare nei confronti delle anime dei giustiziati, orientato ad ottenere fortuna ed aiuto nelle vicende della vita quotidiana e, in particolare, a ricevere numeri sicuri da giocare al lotto.
Il saggio prende avvio dall’analisi delle rappresentazioni culturali della giustizia statale in età moderna, individuando proprio nella articolata cerimonia dell’esecuzione capitale il “punto di forza”, il momento decisivo mediante il quale si attua una sorta di legittimazione simbolica, a livello popolare, di un’istituzione altrimenti soggetta, sul piano realistico, a giudizi fortemente negativi.